Sette punti cardine pensioni pari 2 miliardi decisi dal Governo

Siamo alle porte del 6 settembre, data in agenda dell’Esecutivo che terrà il vertice, attorno al tavolo permanente, con la piattaforma sindacale, e nel confronto, per decidere sul destino di milioni di lavoratori, pensionati e pensionandi, un appuntamento molto importante per quanto riguardano le modifiche da apportare alla legge previdenziale Fornero 2011, in questi ultimi tempi sul piano-pensioni si sono fatte discussioni, proposte, diatribe di ogni genere sia da esponenti politiche che sindacali, invece il governo, da parte sua, sta dando gli ultimi ritocchi con l’intervento dei tecnici con tutte le simulazioni necessarie per mettere in essere i punti cardine che dovranno stabilire le nuove misure previdenziali da adottare prima dell’incontro a Palazzo Chigi con Cgil Cisl ed Uil, le pensioni sono un argomento scottante e discuterne con i sindacati ridurrebbe di certo i rischi di uno scontro.

Incontro tra Governi e piattaforma sindacale per pensioni il 7 settembre
Tavolo permanente Governo e Sindacati

Ma quali sono le sette scelte per le quali il governo sembrerebbe abbia preventivato un pacchetto da due miliardi di euro?

L’Ape, il prestito pensionistico tanto discusso, l’estensione o il rafforzamento della quattordicesima per i pensionati; gli interventi per consentire l’uscita anticipata dal lavoro ai cosiddetti lavoratori precoci e a coloro che sono impegnati in attività usuranti; la cancellazione delle penalizzazioni a carico di chi prima dei 62 anni può già ora, con più di 40 anni di versamenti, lasciare l’attività; la no tax area per i pensionati; la ricongiunzione gratuita, infine, dei contributi versati in fondi distinti, fermo restando che al di fuori di questi due miliardi c’è l’intenzione da parte del Governo, di escludere eventuali interventi sui trattamenti pensionistici minimi.

Ma tutto è ancora aleatorio, non deciso, in quanto per l’Ape, a quanto apre, per funzionare a meraviglia dovrebbe consentire le agevolazioni almeno per  il 40-50% dei richiedenti, se fosse al di sopra di questa percentuale ci sarebbe il blocco da parte di Bruxelles, in quanto si andrebbe ad inficiare il debito pubblico e questo i signori di Bruxelles non lo consentono, anche se ci sono trattative in corso, di conseguenza quando si avrà via libera da lor signori si potrà parlare liberamente di prestito pensionistico, che sarà flessibile in base alle esigenze del pensionando, quindi ancora nessuna certezza ma solo supposizioni.

Poi c’è un altro nodo da sciogliere ed è la quattordicesima, altro argomento molto dibattuto in queste ultime settimane, il governo vede di buon occhio aumentarla o in alternativa estenderla a più pensionati con vitalizi pensionistici minimi, il costo è almeno di 800 milioni all’anno per arrivare a 1000 euro mensili e i pensionati sono circa 1 milione e mezzo, in totale se si arrivasse a questa conclusione avremo 4 milioni di pensionati con un reddito annuale pari a 13 mila (attualmente non si devono superare i 10 mila annui): Mentre se si esenta dall’Irpef il reddito pari a 8.140 euro annui il costo per il governo sarebbe di 260 milioni.

Portiamo uno stralcio dell’articolo apparso su Repubblica dove si legge: ‘Solo Ape e quattordicesima valgono 1 miliardo e 300 milioni. I 700 milioni residui, sui due miliardi che il governo è disposto a stanziare, sono davvero pochi per fare tutto il resto. “A meno di porzioni dietetiche”, commentano a Palazzo Chigi. Ci sono due liste da cui scegliere. Nella prima, considerata intoccabile ai fini delle risorse (“O le fai in pieno o non le fai”, è la tesi), ci sono ricongiunzione gratuita, no tax area, usuranti, penalizzazioni per i pre-62. Nella seconda, quella delle proposte rimodulabili o “dimagribili”, compaiono Ape, quattordicesima e precoci. Sette scelte per due miliardi, senza contare possibili aumenti delle pensioni minime che costringerebbero a rifare i conti’; qualunque approfondimento si farà in questo primo incontro, dopo la pausa estiva, ne seguirà un altro al 12 di settembre, dove ci sarà il confronto finale e definitivo tra Esecutivo e sindacati, prima della decisione che alla fine si avrà al 20 di settembre da parte del Governo in carica, quindi qualsiasi illazione si possa fare o previsione sulle modifiche che si potranno apportare alla legge previdenziale Fornero 2011, non danno adito a nessuna certezza se non alla speranza per alcune categorie, mentre per altre non si avrà nessuna speranza, questo è il nocciolo della questione, una questione che vedrà categorie di lavoratori, pensionati e pensionandi di serie A e altre di serie B, con la scusa che non ci sono risorse sufficiente per coprire i diritti costituzionali di ognuno.

Fonte: Repubblica

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